FOTOGRAFIA IN LUOGHI REMOTI

UNA GITZO STORIA DI: JODY MACDONALD

Jody Mac Donald - Landscape Photography - Gitzo Ambassador

Jody Mac Donald

United States

Jody MacDonald, fotografa pluripremiata, non è estranea all'avventura e all'esplorazione degli ultimi angoli selvaggi del pianeta

Profilo Ambassador

Mi appassiona uscire dai sentire battuti per documentare e creare contenuti originali e di alta qualità, che uniscono narrazioni penetranti, spedizioni avventurose e ispirazione per il cambiamento sociale. 

Ho sempre amato l'avventura e l’esplorazione da quando ne ho memoria. All’età di due anni, mio padre ha ricevuto un’offerta di lavoro che ha portato al nostro trasferimento dal Canada all’Arabia Saudita. I miei genitori non avevano mai viaggiato, quindi hanno colto al volo la possibilità di farlo e l’hanno sfruttata al massimo. Durante le vacanze scolastiche o quelle natalizie viaggiavamo per il mondo e prima che me ne rendessi conto ne avevo visto gran parte. Ho avuto la fortuna fin da piccola di poter vedere quanto fosse fantastico il mondo e quanto ci fosse da vedere ed esplorare. Il rovescio della medaglia è stato che una volta diventata adolescente avevo visitato così tanti luoghi turistici che tutto ciò che volevo era esplorare quelli meno turistici. Oltre alle ovvie ragioni dell’essere molto affollati e del sembrare poco autentici, recarmi in luoghi più esotici mi sembrava semplicemente più avventuroso. Inoltre il mio desiderio di viaggi più avventurosi era probabilmente alimentato dalla passione per la rivista National Geographic e dal sogno di essere Indiana Jones. Inutile dirlo, più il luogo dove mi recavo era remoto, più forte era l’impatto che aveva su di me.

 

Non è poi così sorprendente che dopo essere tornata in Canada e aver ottenuto una Laurea Triennale in Outdoor Recreation, mi sia ritrovata su una barca a vela nel Pacifico Meridionale. Per me era il miglior mezzo di esplorazione e l’ho utilizzato come base per migliorare le mie abilità fotografiche. Diventò l’opportunità perfetta per documentare le culture e i luoghi remoti che avevo sempre sognato. C’erano solo due problemi principali. Innanzitutto soffrivo di mal di mare e in secondo luogo mi stavo formando come fotografa professionista in alcuni degli ambienti più difficili. In qualche modo ho perseverato nonostante il mal di mare, ma cercare di capire come gestire l’attrezzatura fotografica in ambienti con condizioni meteorologiche estreme è una sfida continua.  

Innanzitutto, trovarsi in luoghi remoti significa trovarsi in un ambiente che odia la tecnologia. In ogni momento cerca di ammaccarla, schiacciarla, congelarla, bruciarla, graffiarla, corroderla e sommergerla. Ho messo alla mercé di condizioni ambientali inclementi migliaia di dollari di attrezzatura e ho passato lunghe ore in condizioni difficili per ottenere lo scatto perfetto. Aggiungendo a questo mix l’essere in un luogo remoto si ottiene la situazione “ideale” per avere problemi con l’attrezzatura... Negli anni i miei incarichi e le mie spedizioni mi hanno portata nel mezzo di oceani, deserti, remote catene montuose e fitte giungle. Spesso un negozio di riparazioni di attrezzatura fotografica è la cosa più lontana da dove mi trovo... Quindi, non posso permettermi di utilizzare una attrezzatura inaffidabile e, come per tutta l’attrezzatura da outdoor, non c’è un’unica soluzione per ogni situazione.

PER QUESTO PORTO CON ME UNA VARIETÀ DI ATTREZZATURA A SECONDA DI COSA DEVO FOTOGRAFARE. LA COSA PIÙ IMPORTANTE QUANDO REALIZZO SCATTI IN LUOGHI REMOTI È CERCARE DI PORTARE ATTREZZATURA CHE SIA AL TEMPO STESSO LEGGERA, COMPATTA, DUREVOLE E AFFIDABILE.

È istintivo voler portare con sé più attrezzatura in modo da non perdere neanche uno scatto, ma in queste situazioni possiamo dire.... “less is more”. Cerco, quindi, di portare con me meno attrezzatura possibile. Portare troppa attrezzatura può rallentare gli spostamenti e far perdere delle opportunità. Trovarsi in luoghi remoti significa anche fare molte escursioni o appostamenti, quindi è importante ridurre il peso. La mia attrezzatura preferita quando viaggio in luoghi remoti è composta da due corpi macchina (uno di riserva se non è troppo pesante) e due, massimo tre, obiettivi. Realizzo scatti con corpi macchina e obiettivi Canon e Leica. Se fotografo momenti avventurosi o dal ritmo incalzante, utilizzo Canon 1DX Mark III e ho con me Canon Mark IV come riserva. Se realizzo scatti più culturali e non ho bisogno di una frequenza di fotogrammi veloce, utilizzo Leica. Mi piacciono i corpi macchina Leica perché sono più piccoli, compatti e leggeri. Inoltre attirano meno l’attenzione ed è ovviamente un’ottima cosa. Per quanto riguarda gli obiettivi, i miei preferiti sono un 16-35mm f/2.8L e un 24-70mm f/2.8L. Sui corpi macchina Leica preferisco obiettivi fissi da 35mm e 50mm. È necessario proteggere l’attrezzatura fotografica, quindi è fondamentale utilizzare un ottimo zaino. Io utilizzo lo Zaino Adventury 30L di Gitzo per riporre i corpi macchina e gli obiettivi. Porto con me anche una borsa stagna qualora avessi bisogno di proteggere dall'acqua lo zaino o altri accessori in caso di cattivo tempo.

È essenziale anche avere il giusto treppiede. Utilizzo sia il treppiede Gitzo Traveler Serie 1 sia il treppiede mini traveler. Se ho bisogno di viaggiare senza troppi ingombri porto con me solo il mini traveler. È il mio treppiede preferito perché è leggero e compatto. Posso sempre portarlo con me e posso appoggiarlo praticamente ovunque. 

In fin dei conti se si viaggia in luoghi remoti e Madre Natura decide di fare i capricci, è inevitabile perdere parte dell'attrezzatura. Sfortunatamente è parte del lavoro. La cosa migliore che si può fare è mitigarlo il più possibile in modo da aumentare la probabilità di riuscire a riportare a casa le immagini faticosamente ottenute. Utilizzare ottima attrezzatura aumenta realmente la probabilità di successo. La buona notizia è che non c’è bisogno di molta attrezzatura. Recarsi in luoghi remoti per realizzare fotografie è più rischioso, ma credo sia anche molto più soddisfacente. Non bisogna lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà, si può imparare molto da tutti quei momenti e da tutte quelle esperienze che insieme portano ad ottenere immagini semplicemente memorabili.